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Pechinese: metà leone, metà scimmia

Un leone s’innamorò di una piccola scimmia e pregò Buddha [altre fonti riportano invece il dio Ah Chu, protettore degli animali] di rimpicciolirlo sufficientemente da poter corteggiare la piccola bertuccia. Buddha esaudì il desiderio del leone e dall’unione con la scimmia nacque un grazioso piccolo discendente, “ the Dog of Fu Lin”.

Questo grazioso “cane leone cinese” aveva le fattezze, il cuore, il coraggio, la criniera e la dignità del felino ma la faccia impudente ed intelligente della scimmia, secondo la leggenda,era nato il Pechinese!


Le tracce del “Cane Leone Cinese” sono molto antiche, risalgono addirittura all’VIII secolo, durante la dinastia dei Tang. Gli allevatori di questi piccoli cani in seguito chiamati “pekingesi” raggiunsero però il massimo splendore durante il regno di Tao Kuang (1821-1851). Si trattava di una selezione rigorosissima e le linee di sangue più antiche e pure venivano allevate soltanto all’interno del palazzo imperiale, chiunque ne avesse rubato uno, sarebbe stato punito con la morte. I libri imperiali sui cani, corredati da precise e dettagliate illustrazioni degli esemplari più belli ed ammirati, furono usati come standard. Gli storici sostengono che nonostante non fossero tenuti regolari registri dei pedigree, la pratica dell’allevamento era oggetto di elaborate teorie e discussioni. Uno dei metodi più in voga per un lungo periodo fu “l’impressione prenatale”, ovvero le femmine incinte venivano portate più volte al giorno a guardare le immagini e le sculture dei più bei pechinesi esistiti, a cui le future madri “dovevano ispirarsi” per la messa al mondo dei loro cuccioli. Inoltre i colori più desiderati del mantello venivano usati per addobbare le stanze delle puerpere che dormivano su pelli di pecora, per auspicare mantelli rigogliosi e di buon colore ai loro piccoli. Di rilevante interesse, sempre in relazione al colore del mantello, leggiamo nello standard originale [riportato in calce] And for its color - let it be that of a lion, a golden sable, to be carried in the sleeve of a yellow robe [……] so that there may be dogs appropriate to every costume in the Imperial wardrobe. “riguardo al colore lascia che sia quello di un leone, di uno zibellino dorato […], per essere portato tra le maniche di una veste gialla così che I cani possano accompagnarsi e con ogni abito del guardaroba imperiale”. Il colore del mantello aveva dunque una rilevanza particolare al tempo, così da poter essere un abbinamento “intonato” con gli abiti imperiali. Sembra invece che i cani completamente bianchi fossero eliminati poiché in Asia questo è il colore del lutto. Simbolo della corte, menzionati in opere e scritti, i pechinesi vivevano quasi esclusivamente all’interno della città proibita. Durante la seconda guerra dell’Oppio i britannici invasero il palazzo e dall’incendio un capitano inglese salvò degli esemplari che riportò a casa. Una coppia fu donata alla duchessa di Wellington ed altri ad altre dame dell’aristocrazia. Da qui nacque la linea di sangue “Goodwood”. Anche la regina Vittoria ebbe il suo amato pechinese, Looty. Sembra che un suo ritratto sia ancora appeso alle pareti del castello di Windsor. L’imperatrice Dowager è la potente madrina che tenne per anni le fila e dettò i parametri nella selezione del Pekinese, influenzando soprattutto le linee di origine americana. Ne regalò infatti innumerevoli esemplari a moltissimi personaggi influenti d’oltreoceano. Per un certo periodo gli americani poterono vantare probabilmente un maggior numero di autentici esemplari dello stesso palazzo reale. L’AKC registrò per la prima volta i pechinesi nel 1906.
Questo lo standard originale cinese del XIX sec.(attribuito all’imperatrice, da questo si sono evoluti gli standard europei, canadese e americano)
Ancient Pekingese Standard
from 19th Century China The Pekingese was an undisputed favorite of the Dowager Empress Tzu Hsi, right, who died in 1911. This last version of the ancient Chinese standard for the Pekingese is attributed to her. It is from this document that the English, American, Canadian and FCI breed standards evolved.

Let the Lion Dog be small; let it wear the swelling cape of dignity around its neck; let it display the billowing standard of pomp above its back.
Let its face be black; let its fore-front be shaggy; let its forehead be straight and low, like the brow of an Imperial righteous harmony boxer.
Let its eyes be large and luminous; let its ears be set like the sails of a war-junk; let its nose be like the monkey god of the Hindus.
Let its forelegs be bent, so that it shall not desire to wander far, or leave the Imperial precincts. Let its body be shaped like that of a hunting lion spying for its prey.
Let its feet be tufted with plentiful hair that its footfall may be soundless; and for its standard of pomp let it rival the whisk of the Tibetan’s yak, which flourished to protect the Imperial litter from the attacks of flying insects.
Let it be lively that it may afford entertainment by its gambols; let it be timid that it may not involve itself in danger; let it be domestic in its habits that it may live in amity with other beasts, fishes or birds that find protection in the Imperial Palace.
Let it venerate its ancestors and deposit offerings in the Canine Cemetery of The Forbidden City on each new moon. And for its color - let it be that of a lion, a golden sable, to be carried in the sleeve of a yellow robe - or the color of a red bear, or a black and white bear - or stripped like a dragon - so that there may be dogs appropriate to every costume in the Imperial wardrobe.
Let it comport itself with dignity; let it learn to bite the foreign devils instantly.
Let it be dainty with its food that it shall be known for an Imperial dog by its fastidiousness.
Shark fins and curlews’ liver and the breasts of quail - on these it may be fed; and for drink, give it the tea that is brewed from the spring buds of the shrub that grows in the province of the Habkow -- or the milk of antelopes that pasture in the Imperial parks.
Thus it shall preserve its integrity and self-respect; and for the day of sickness, let it be anointed with the clarified fat of the leg of the sacred leopard - and give it to drink a throstle’s eggshell full of the juice of the custard apple in which there has been dissolved three pinches of shredded rhinoceros horn … and apply to it piebald leeches. So shall it remain. But if it dies, remember you too are mortal.
CARATTERE Il carattere del pechinese non è scevro dalla sua origine imperiale. Il piccolo Dog of Fu Lin conserva oltre che nell’aspetto anche a livello caratteriale i tratti nobili delle sue origini È un cane molto fiero, dignitoso, leale e sicuro di sé, coraggioso e temerario anche davanti a suoi simili di taglia molto più grandi di lui. Si tratta comunque di un cane molto legato al suo padrone: dietro quella sua la sua aria di cane riservato, diffidente ed altezzoso con gli estranei, si nasconde infatti un gran cuore pieno di dolcezza. A volte difficile da educare poiché può essere resistente ad obbedire agli ordini che non condivide, ama la tranquillità della casa e non desidera più di tanto scorrazzare all’aria aperta. Si tratta di un “cane sa grembo”, ottimo cane da compagnia soprattutto per persone piuttosto sedentarie. In casa è tranquillo e sa apprezzarne tutte le comodità,. Se ben socializzato, con i bambini è tollerante e curioso ma è poco adatto a bimbi irruenti. I cuccioli imparano in fretta soprattutto le regole di pulizia. Il mantello ha bisogno di cure regolari. Inoltre bisogna fare attenzione alla stagione calda perché è soggetto a colpi di calore (mai lasciarlo in macchina da solo!)

ASPETTO cane dall’aspetto leonino, con espressione sveglia e intelligente. Piccolo, ben proporzionato, moderatamente tarchiato, pieno di grande dignità e qualità. Qualunque segno di difficoltà respiratoria dovuta a un qualsiasi motivo, o l’incapacità di muoversi con scioltezza sono inaccettabili e dovrebbero essere pesantemente penalizzate. Dal mantello non eccessivo.
La TESTA è discretamente larga, proporzionatamente più ampia che alta. Il cranio moderatamente ampio, largo e piatto fra gli orecchi; non bombato; ampio fra gli occhi lo stop è pronunciato. Il pigmento nero è essenziale sul tartufo, labbra e rime palpebrali. Il tartufo non troppo corto, ampio, con narici larghe e aperte. Una leggera piega, preferibilmente interrotta, può estendersi dalle guance alla canna nasale in un ampio “V” rovesciato. Questa non deve mai avere effetti sfavorevoli su occhi o naso, o mascherarli. Narici strette e pieghe pesanti al di sopra del tartufo sono inaccettabili e dovrebbero essere severamente penalizzate.Il muso deve essere ben visibile, ma può essere relativamente corto e ampio, con ferma mascella inferiore. Le labbra orizzontali. Non devono mostrare la lingua né i denti, né nascondere un mento ben definito. Gli occhi limpidi, rotondi, di uno scuro lucente, e non troppo grandi. Esenti da evidenti problemi oculari. Orecchi: padiglioni a forma di cuore, inseriti a livello del cranio e portati aderenti alla testa; non devono arrivare sotto la linea del muso. Lunghe, abbondanti frange.Il collo è relativamente corto e spesso. Il CORPO è relativamente corto, con vita segnata.La linea superiore orizzontale, il torace ampio e con costole ben cerchiate; sospeso fra gli anteriori
la CODA è inserita alta, portata saldamente, leggermente ricurva sopra il dorso, su uno dei due lati. Lunghe frange. ARTI gli anteriori sono relativamente corti, spessi, dall’ossatura pesante. L’ assoluta solidità è essenziale. Le spalle sono oblique e si inseriscono armoniosamente nel corpo. I gomiti sono aderenti. L’avambraccio: le ossa degli anteriori possono essere leggermente arcuate fra i metacarpi e i gomiti, per adattarsi alle costole. I metacarpisono leggermente obliqui, forti e non troppo ravvicinati. I piedi anteriori: larghi e piatti, non rotondi. Possono essere leggermente rivolti in fuori. I piedi eccessivamente rivolti in fuori vanno pesantemente penalizzati. I posteriori sono forti e ben muscolosi, ma moderatamente più leggeri degli anteriori. I posteriori eccessivamente stretti vanno pesantemente penalizzati. Angolazione moderata . La solidità assoluta è essenziale. Il ginocchio è ben definito. I garretti: fermi, bassi. Metatarsi: forti, paralleli se visti dal dietro. I piedi posteriori: larghi e piatti, non rotondi. I piedi posteriori puntano diritto in avanti.
l’ANDATURA: tipicamente lento e dignitoso rollio dell’anteriore. Movimento tipico da non confondere con il rollio causato da debolezza delle spalle, o con altri indizi di poca solidità. Qualsiasi cedimento delle spalle e gomiti, e qualsiasi indizio di mancanza di solidità ai piedi e pastorali deve essere pesantemente penalizzato. Il movimento non deve essere ostacolato da un mantello eccessivamente abbondante.

Il MANTELLO: PELO moderatamente lungo, diritto con criniera che non si estende al di là delle spalle, e che forma una cappa al collo; mantello di copertura ruvido con spesso sottopelo più morbido. Frange sugli orecchi, la parte posteriore degli arti, coda e dita. La lunghezza e il volume del pelo non devono ostacolare il movimento del cane né mascherare la bellezza formale del corpo. Un mantello eccessivo deve essere pesantemente penalizzato
COLORE tutti i colori e macchie sono permessi e di pari apprezzamento, eccetto l’albino e il fegato. Le pezzature devono essere regolarmente distribuite.

TAGLIA E PESO Peso ideale non eccedente 5 kg per i maschi e 5,4 kg per le femmine. I cani devono apparire piccoli ma essere sorprendentemente pesanti quando vengono sollevati; in questa razza sono essenziali una forte ossatura e un corpo di costruzione robusta.
DIFETTI Qualsiasi scostamento da quanto sopra deve essere ritenuto un difetto e la severità con cui questo difetto va considerato deve essere esattamente proporzionale alla sua gravità e sui suoi effetti sulla salute e benessere del cane.

DIFETTI ELIMINATORI: Aggressivo o eccessivamente timido. Qualsiasi cane che evidenzi anormalità fisiche o comportamentali, sarà squalificato.

N.B. i maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto.
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